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L’estate è il momento migliore per organizzare un picnic con la famiglia, gli amici e, perché no, romanticamente in due. Le giornate sono calde e si può sfruttare la luce del sole fino a tardi e perfino attendere le prime stelle. Ma un pranzo sull’erba sarà più piacevole se preparato con stile. Non mettere nel cestino le prime stoviglie che capitano, la tovaglia bucata e le posate di plastica solo perché non ti trovi in casa. Anche l’occhio vuole la sua parte, quindi mettiti d’impegno e usa l’ingegno affinché tutti rimangano a bocca aperta.

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C’è chi si carica di gioielli come se temesse che la cassaforte non sia un posto abbastanza sicuro. E da questa categoria non è esentato chi usa i bijou, che hanno lo stesso scopo decorativo dei metalli e delle pietre preziose. Se poi il tutto viene abbinato a un abbigliamento eccessivo, il danno è fatto.

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Pioggia, ombrelli e galateo

Alzi la mano chi detesta la pioggia. Se si tratta di noi donne, probabilmente tutte. Con la pioggia la piega non tiene, bisogna accantonare tacchi a spillo e minigonne a favore di un look a prova d’acqua, e il buonumore degenera. Come se non bastasse, una giornata umida e piovosa mette a dura prova il bon ton. Con il nervosismo circolante, infatti, spesso ci si dimentica delle buone maniere e l’ombrello diventa un’arma da puntare contro chi ci ha schizzato del fango sugli abiti più che un accessorio per ripararsi da un acquazzone!

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Il bon ton in pausa pranzo

A volte, parlando di bon ton, ho l’impressione di dire delle banalità. Talvolta sono le persone stesse che mi fanno notare che certe regole suggerite dal galateo sono ovvie, scontate. Della serie: basta avere un po’ di buon senso e te la cavi in ogni situazione! Evidentemente, però, le cose non stanno proprio così, altrimenti non si spiegherebbe il successo di libri, corsi e tutorial di buone maniere.

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Sarà capitato anche a te. Hai invitato alcune persone a cena. Oppure è il compleanno di tuo figlio e lui ti ha consegnato un’infinita lista di nomi, quella degli amici con cui vuole festeggiarlo. Alcuni rispondono al tuo invito velocemente senza titubanza alcuna. Ma ci sono quelle persone da cui è impossibile avere una risposta precisa e concreta in tempi ragionevoli. Tali persone ti tengono in sospeso fino all’ultimo minuto. Ti dicono: «Ti faccio sapere». Poi il silenzio.

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Durante il mio ultimo corso di galateo ho rafforzato la convinzione che, quando una persona ha una buona educazione di base e un pizzico di buon senso, è inutile che si presenti a lezione continuando a lamentarsi di sapere già tutto, aspettandosi, anzi, di uscire da lì e saper organizzare un evento o creare dei centrini da usare come sottopiatto. Anche perché disturbare il docente e gli altri corsisti è tutt’altro che educato, se proprio vogliamo parlare di buone maniere!

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Il bon ton del sapientone

Oggi mi sono svegliata col tormentone del… sapientone. Sarà perché questo genere di persona inizio a non sopportarla più. Secondo il dizionario, il sapientone è colui/colei che “fa sfoggio di una erudizione, di una sapienza che spesso non ha”. Ma, personalmente, tra i “so-tutto-io”, ci metterei anche quelle persone che hanno sempre da ridire su tutto ciò che fai e che dici.

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Non sono mai stata in Giappone e al momento non è nemmeno nella lista delle mie prossime mete. Tuttavia in passato ho trattato con dei clienti giapponesi il cui comportamento, non conoscendo alcunché del loro Paese, ho trovato alquanto bizzarro, se non addirittura, in certi casi, freddo e sgarbato. La cosa è finita lì. Poi, iniziando a interessarmi del “galateo del viaggiatore” ho fatto molte scoperte anche sul mondo nipponico. Insomma è proprio vero: paese che vai, usanza che trovi.

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