Il bon ton in pausa pranzo

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A volte, parlando di bon ton, ho l’impressione di dire delle banalità. Talvolta sono le persone stesse che mi fanno notare che certe regole suggerite dal galateo sono ovvie, scontate. Della serie: basta avere un po’ di buon senso e te la cavi in ogni situazione! Evidentemente, però, le cose non stanno proprio così, altrimenti non si spiegherebbe il successo di libri, corsi e tutorial di buone maniere.

Prendiamo il caso della pausa pranzo. Sappiamo come gestire l’ora di relax in cui non siamo in ufficio, e come comportarci con stile? Ecco alcune regole. Banali? Forse ma, come si dice, repetita juvant!

Se ti porti la schiscetta da casa, oppure ordini qualcosa al bar, cerca di non pasteggiare alla scrivania, soprattutto se condividi la stanza con altri. Eventuali macchie di unto e briciole su fascicoli e cartellette potrebbero essere disgustose nelle mani altrui. Quindi, usufruisci della cucina o della saletta adibita alle pause e non avrai problemi. Evita inoltre cibi troppo odorosi e speziati per non impregnare abiti e capelli. Pensi che la tua collega ami uscire dall’ufficio sapendo di frittura di pesce o cavolfiori anziché di Chanel N° 5?
Superfluo dire di non mangiare in modo troppo rumoroso e con la bocca aperta, annusare i piatti altrui infilandoci la propria forchetta per un assaggio, criticare le pietanze o le persone a dieta. E ricordati di non lasciare contenitori e posate sporche in giro.

Se in azienda c’è invece una mensa, rispetta gli orari, non occupare un posto per troppo tempo, e saluta quando ti siedi a un tavolo già occupato. Non ostinarti però ad avviare una conversazione se capisci che non è apprezzata.
Alcune raccomandazioni finali: non parlare di lavoro e non usare il cellulare. Per un’ora potrai anche farne a meno, o no? 

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