In un’afosa mattina di luglio tipicamente milanese, ho fatto colazione con una prolifica “autrice per caso” di romanzi rosa. Simpatica, elegante e brillante, mette subito in chiaro di avere un sweet tooth, ovvero un amore per i dolci (passione che ci accomuna), ed è per questo che ordiniamo immediatamente un classico cappuccino con una dose massiccia di brioche. Si tratta di Anna Premoli che con la Newton Compton ha pubblicato, tra gli altri, Come inciampare nel principe azzurro, L’amore è sempre in ritardo, Un giorno perfetto per innamorarsi, Non ho tempo per amarti, L’amore non è mai una cosa semplice, tutti bestseller tradotti in diversi Paesi. E così, dopo un rigoroso rinforzo di espresso a parte, iniziamo a chiacchierare di galateo e stile…
Anna Premoli e il bon ton: una regola che per te è fondamentale nella vita quotidiana, e una che invece, secondo la tua esperienza, viene facilmente infranta.
Più invecchio e più mi rendo conto di non riuscire a sopportare la mancanza di rispetto, che spesso assume svariate sfumature e si ritrova persino in persone all’apparenza “educatissime”. Detesto la prepotenza e questa moderna tendenza a voler “fregare” l’altro.
Qual è il tuo rapporto con il galateo della tavola? Come apparecchi in caso di ospiti? Segui le regole del bon ton, la creatività, o entrambi?
Ho sposato un uomo che tiene molto al galateo a tavola, perciò negli anni ho imparato le regole da non infrangere mai. Quando abbiamo ospiti sono solita apparecchiare in maniera elegante ma semplice: mi piace accostare bianco, blu e grigio nelle varie tonalità, senza mai esagerare con il colore. Linee semplici anche per piatti, bicchieri e stoviglie. Temo di essere una persona poco creativa da questo punto di vista.
«Gli scrittori, persino quelli di solito ragionevoli, possono perdere le staffe quando non riescono a mettere sul computer quello che già pregustavano nella propria mente» si legge in Non ho tempo per amarti. E tu quando perdi le staffe? Esistono delle regole per essere uno scrittore di stile?
Perdo le staffe con quelli che pensano di poter avere ragione sbraitando. Anche nelle discussioni, credo infatti moltissimo nelle buone maniere. Si può argomentare con stile ed educazione (oltre che con i giusti ragionamenti), invece di usare toni e parole poco adatte.
Il tocco di classe di Julie Morgan (Non ho tempo per amarti) sono delle pantofole a forma di unicorno. Qual è il tocco di classe di Anna Premoli?
Le borse azzurre: pare che io non riesca a comprare una borsa che non sia di qualche tonalità di blu/azzurro. È una vera ossessione, più che un tocco di classe (anche se vado avanti a illudermi che lo sia, ovviamente).
Quale personaggio dei tuoi romanzi ha più classe e sfodera buone maniere, e quale dovrebbe invece frequentare un corso di galateo?
Ian St. John, in quanto futuro duca (in Ti prego lasciati odiare), ha oggettivamente classe e maniere impeccabili. In quanto al personaggio che ne avrebbe maggiormente bisogno… hmm, domanda molto difficile! Forse Ethan Phelps (in Tutti i difetti che amo di te), che si trasferisce a casa di Sara Di Giovanni buttando giù la sua porta d’ingresso, senza nemmeno chiedere il permesso. Non si fa…
C’è un suo personaggio in cui si identifica maggiormente per comportamento e stile?
Laurel, di È solo una storia d’amore: ha quell’atteggiamento pragmatico e dissacrante che fa parte anche del mio modo d’essere, veste in maniera semplice e detesta amabilmente il colore rosa.
Un dettaglio chic che ogni romanzo dovrebbe avere.
Per quel che mi riguarda, ma lo dico parlando con gusto assolutamente personale, non dovrebbe mai mancare un certo ritmo nei dialoghi. E, parlando di rosa, ovviamente un primo bacio degno di tale nome.
E terminiamo con le domande standard. Le scelte di Anna Premoli per quanto riguarda il look…
…alla presentazione del tuo ultimo romanzo:
L’ultima volta avevo optato per un look comodo: jeans, giacca rossa e sottogiacca a righe bianche e rosse (anche le righe sono un po’ un marchio di fabbrica). Ma so variare molto, non ho uno standard preciso.
…per presentarsi a un nuovo inquilino, come Julie Morgan in Non ho tempo per amarti:
Comoda senza essere sciatta: niente tuta e ciabatte, per capirci. Jeans e un paio di ballerine.
…in viaggio per lavoro in Corea, come Maddison Johnsonn in Come inciampare nel principe azzurro:
Completo pantaloni grigio, giusto per non sbagliare.
…per fare colpo su un primario d’ospedale, come Jordan in Un imprevisto chiamato amore:
Abito lungo, nero, dal taglio semplice ma elegante.
…durante un soggiorno in piccola cittadina polverosa dell’America del Sud, come Kayla Davis in Un giorno perfetto per innamorarsi:
Jeans, giacca di pelle e stivali, per non sentirmi un pesce fuor d’acqua (ma niente camice di flanella, non le posso proprio vedere).
…chiusa in una baita a 3600 metri d’altezza con un uomo affascinante, come Norman e Alex in L’amore è sempre in ritardo:
Soffrendo il freddo, sceglierei senza ombra di dubbio un abbigliamento caldo e comodo, adatto alle passeggiate al freddo: giacca e pantaloni termici, scarponcini da camminata, cappello ben piantato in testa, magari con il pon pon. L’idea è di intrigare l’uomo affascinante tanto da portarlo a domandarsi cosa si nasconda sotto la montagna di vestiti. La seduzione è spesso questione di fantasia.
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