Dopo il baby shower, la pioggia di regali per il nascituro e la mamma in attesa, arriva dall’America il “cancer shower”, una festicciola riservata a un amico o un parente a cui è stato diagnosticato un tumore.
Ovviamente, l’ultima cosa di cui un malato sente il bisogno è la celebrazione della propria malattia, ma un momento di ritrovo tra le persone più care, con tanto di buffet e regali, può essere un modo per dargli un supporto per affrontare con coraggio il percorso della chemioterapia (o qualsiasi altra terapia consigliata) e aiutarlo a far fronte ai normali momenti di tristezza, rabbia e paura. Perché non considerare il “cancer party” – prima e durante la cura – come una vacanza da queste emozioni?
Ecco quindi alcuni spunti per organizzare una festa di questo tipo.
Quando: prima, durante o dopo la terapia. Ma anche a ogni anniversario dalla prima TAC negativa.
Chi la organizza: parenti e amici del malato.
Dove: a casa di uno degli invitati. Dove per invitati non si intende tutto il paese, ma le persone più intime che sono a conoscenza della malattia. O comunque tutti coloro che il malato vorrebbe avere attorno a sé nel più brutto momento della sua vita.
I colori: lo sapevi che le varie malattie tumorali sono legate a diversi colori? Rosa per quello al seno, verde smeraldo per il fegato, perla per i polmoni, grigio per il cervello, blu per il colon, marrone per il colon, arancione per la leucemia, violetto per il linfoma, nero per il melanoma, lavanda per tutti coloro che ce l’hanno fatta.
L’allestimento: si possono prevedere oggetti, piatti, bicchieri, palloncini personalizzati (li puoi far fare in qualsiasi balloon shop), fiocchi nel colore legato alla malattia. Tipico è il rosa per le donne.
Il buffet: cibi sani e biologici, ma anche cupcake, frolle decorate con pasta di zucchero e torte.
I regali: libri devozionali e d’ispirazione per i momenti di depressione. Un abbonamento alla rivista preferita, giornali di cruciverba e borse di tela contenenti lana e ferri per combattere la noia durante le attese in ospedale prima di una visita o un esame. Un diario per annotare riflessioni, considerazioni, e progressi della malattia. Un assortimento di creme perché la pelle, durante le cure, può diventare molto secca, oppure un cestino di prodotti per l’igiene personale al profumo di lavanda per ritrovare la calma e la serenità. Una serie di cappelli e turbanti da indossare per alleviare il peso di aver perso i capelli. Calzini o pantofole per eventuali ricoveri ospedialieri. Sedute di trattamenti estetici specializzati in estetica oncologica per affrontare le difficili implicazioni della malattia e migliorare il benessere e la qualità della vita quotidiana. Magneti da applicare al frigo con frasi di incoraggiamento. Bijoux con un significato particolare da indossare durante i trattamenti. Un plaid a quadri, ognuno dei quali viene realizzato da un’amica a mano.
Chi ha più tempo potrà invece cucinare dei pasti per poi recapitarli a casa del malato, mettersi a disposizione per gli spostamenti da/per l’ospedale, portare a spasso il cane, occuparsi della lavanderia.
Un dettaglio: se il malato ha perso i capelli, gli ospiti possono presentarsi con un copricapo per non farlo sentire diverso!
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