A colazione con Federica Bosco

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La sua colazione ideale è all’alba, al mare e sotto la veranda, ma di questi tempi, in cui dobbiamo rispettare la distanza sociale, si accontenta di un Nescafé e qualche biscotto davanti al computer. Sto parlando di Federica Bosco, brillante scrittrice di uno humour straordinario e contagioso, che ha al suo attivo una vasta produzione di romanzi e manuali di self-help. L’ho contattata per parlare di stile e galateo nei suoi libri e nella sua quotidianità. Ecco com’è andata.

Federica e il galateo nella vita quotidiana: una regola che ritieni fondamentale e una che, secondo te, viene facilmente infranta.  
Una regola imprescindibile è il rispetto nei confronti delle donne che non deve venire meno a discapito dell’emancipazione. Non dico di tenerci aperta la porta della macchina, ma almeno aiutarci con le valigie sul treno. Non voglio invece addentrarmi nella spinosa faccenda dell’etichetta nei social, fra pollicini e faccine, per non parlare delle “spunte blu”, lo sport nazionale per lasciare una donna che fino a 5 ore prima si voleva sposare, perché non rispondo di me!

Parlando invece del mondo editoriale, pensi sia necessario conoscere le regole di bon ton per poter scrivere un romanzo rosa?
Non chiamateli “romanzi rosa” per carità, non nel 2020! La trovo un’etichetta discriminatoria e immensamente démodé. Non ho mai visto la sezione “romanzi azzurri” in nessuna libreria! Un romanzo è un romanzo e basta, è una storia di amore, di vita, amicizia, dolore, sorprese, sogni e svolte improvvise, e non importa chi la racconta se riesce nell’intento di emozionare profondamente il lettore, e trasportarlo in un’altra dimensione. Se poi riesce anche ad aiutarlo in un momento difficile ha vinto su tutta la linea. 

Quale personaggio femminile dei tuoi romanzi ha più stile e quale, eventualmente, dovrebbe frequentare un corso di galateo?
I personaggi femminili che descrivo di solito sono alle prese con un discreto numero di difficoltà nella loro vita privata, fra relazioni complesse, famiglie difficili, famiglie allargate, uomini traballanti e capi insopportabili che richiederebbero, nella maggior parte dei casi, non una totale mancanza di bon ton ma un calcione ben piazzato!

E per quanto riguarda il mondo maschile?
Per quanto riguarda il repertorio maschile è più eterogeneo. Si passa dallo scrittore bello e dannato eterno Peter Pan, al capo stronzo che giura di lasciare la moglie, al fedelissimo compagno di vita. Penso ad Andrea protagonista maschile di S.O.S. Amore che per paura di essere visto incontra Chiara fuori dell’aeroporto di Malpensa e la fa arrivare con trolley e parrucca!

In L’amore mi perseguita, Monica descrive “uno studio elegante e di classe come quelli che si vedono nei film di Woody Allen”. Quali altri posti di stile troviamo nei tuoi romanzi?
La Trilogia di Monica è ambientata fra New York e la Scozia, S.O.S. Amore e Il peso specifico dell’amore a Milano fra uffici di avvocati e case editrici, Non tutti gli uomini vengono per nuocere a Bologna (la protagonista lavora negli studi televisivi di una tv privata), La Trilogia dell’angelo a Londra nella stupefacente cornice della Royal Ballet School, Ci vediamo un giorno di questi in Liguria, con scene in una splendida casa a Sestri Levante e l’Isola  della Palmaria, Non perdiamoci di vista nella bellissima Mantova e Tutto quello che siamo a Firenze all’Accademia di Belle Arti. Tutte location che amo e che trovo piene di stile.

Un dettaglio chic che ogni romanzo dovrebbe avere.
La musica, un bel ristorante, un gesto romantico: il sogno non deve mai mancare.

Parliamo di stile alla presentazione di un libro. Quali sono secondo te gli abiti, i gioielli e gli accessori più adatti da indossare in questa occasione?
Le presentazioni sono un momento estremamente importante ed emozionante: i lettori hanno atteso tanto l’uscita del libro e non vedono l’ora di incontrarti, è come uno show, sei lì per loro, sei lì per creare e ricreare un’emozione, hai un enorme debito nei loro confronti, non puoi deluderli perché senza di loro non esisteresti. Senza contare che spesso gli orari sono scomodi e c’è chi arriva da un’altra regione, chi prende un permesso dall’ufficio, piove o la libreria è in pieno centro ed è impossibile trovare parcheggio, quindi hai il dovere di essere al massimo, devi essere al meglio di te. Non di un’eleganza esagerata, ma ben truccata, ben pettinata, con un bel rossetto rosso e degli orecchini è un must.

E terminiamo con le domande standard. Le scelte di Federica Bosco per quanto riguarda il look…

…a un balletto, come in Innamorata di un angelo:
In lungo, nero, con una pashmina e qualcosa di luccicante.

…a New York e in Scozia, come Monica in Mi piaci da morire e L’amore non fa per me:
Cappottone e sciarpa, scarpe da ginnastica, e cappello: fa freddo!

…per dimenticare uno stronzo:
Al meglio di te nel caso tu lo incontrassi.

…tra le mura di casa:
Tuta da ginnastica, pile e calzini.

…per le sedute dall’analista, come Chiara in S.O.S. Amore:
Maglione lungo che copre le mani.

Dimenticavo. Il tuo rapporto con il galateo a tavola?
Potrebbe andare meglio ammetto! Spesso mi accorgo di tenere le spalle curve e sento la voce di mia madre che mi risuona nelle orecchie “Stai drittaaaaa!”, i gomiti sul tavolo però non li metto!

 

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