Alla ricerca della scrittura perduta

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È vero: è comodo e veloce, ma gli auguri, e non fanno eccezione quelli di Natale, non si dovrebbero fare tramite e-mail, sms, Whatsapp o social network. Il galateo prevede che si utilizzi un bigliettino scritto a mano, rigorosamente inviato via posta. Cose d’altri tempi in un’era così tecnologica? Forse.

Ma scrivere un biglietto cela ben altro. C’è la ricerca della carta, del colore, del modo di scrivere. C’è la scelta per qualcosa di particolare, che solo una certa persona può ricevere, perché fatta apposta per lei. C’è il piacevole fruscio del foglio e della busta. Il tonfo sulla base della cassetta delle lettere, perché ormai anch’esse sono in crisi. C’è unicità, intimità, romanticismo.

Il biglietto è sentito e dura nel tempo, se conservato gelosamente. Aprire una scatola di latta e ritrovare una lettera che risale a vent’anni fa, magari inviata da chi non c’è più, suscita emozioni, fa riaffiorare ricordi, amori, sogni, speranze…

Le lettere personali dovrebbero essere scritte a mano con inchiostro nero o blu, su carta bianca intestata. La data va indicata in alto a destra o in basso a sinistra. L'apertura della lettera varia a seconda della confidenza che si ha col destinatario. Il commiato prevede una formula di saluto e la firma, a mano.
Affidando una lettera a una persona, che la deve recapitare a mano, e sarà buona norma non incollarla ma lasciarla aperta. Quando si spedisce una lettera presso altri si deve indicare “c/o” (care of) e quando si riceve una lettera è buona educazione rispondere.

 

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